Questa settimana è stato aperto il testamento di Silvio Berlusconi, non senza qualche sorpresa, dopo giorni di curiosa attesa per conoscere la destinazione dell’enorme patrimonio di uno degli imprenditori e politici italiani più influenti degli ultimi 50 anni. A quanto ammonta il patrimonio di Berlusconi e come è composto? Quale tipologia di testamento ha utilizzato per raccogliere le sue volontà? A chi ha lasciato il suo patrimonio ed a quanto ammonteranno le imposte di successione che i suoi eredi dovranno pagare? Molti resteranno sorpresi dalle risposte a questi interrogativi.
A quanto ammonta il patrimonio di Berlusconi e come è composto?
La parte più cospicua del patrimonio di Berlusconi è rappresentata dalle quote della Fininvest, posseduta tramite una serie di Holding societarie. La Fininvest a sua volta possiede quote di partecipazione di altre società quali Mediaset (48,6%), Mondadori (53,3%), Mediolanum (30,12%), solo per citare le più importanti. Il valore di queste partecipazioni è stimabile intorno a 4 miliardi di euro. Al patrimonio societario Fininvest vanno aggiunte ville ed altri immobili, barche, opere d’arte, conti bancari. Le ville più importanti sono quelle si San Martino ad Arcore e Villa Certosa in Sardegna. A queste vanno aggiunti Villa La Lampara a Cannes, 116 box auto a Milano 2, terreni per 15 milioni di euro in Brianza ed altri immobili di minor valore, nonché il leggendario deposito con oltre 20.000 quadri, le imbarcazioni e le disponibilità sui cc. Molti di questi immobili fanno capo alla holding immobiliare Dolcedrago, il cui valore complessivo è stimato in circa 500 milioni di euro, altri di proprietà personale.
Fonte: Corriere della Sera
Secondo alcune stime, il patrimonio complessivo ammonterebbe a circa 5 miliari di euro, ma è complesso dare cifre precise in questi casi.
Quale tipologia di testamento ha utilizzato Berlusconi e a chi ha lasciato il suo patrimonio?
La legge prevede che il testamento debba essere redatto esclusivamente secondo specifiche forme. Tre sono le tipologie di testamento ordinario previste dal nostro ordinamento: il testamento pubblico, il testamento segreto ed il testamento olografo. Per quanto possa apparire anomalo, Berlusconi ha scelto proprio la forma di testamento più semplice: quella olografa. Il testamento olografo è un documento scritto di pugno dal testatore, senza particolari formalità se non quelle esplicitamente previste dalla legge, nel quale vengono raccolte le volontà di chi lo redige. Per essere valido è necessario che sia: datato, sottoscritto e scritto interamente di pugno dal testatore. Il testamento redatto da Berlusconi rispetta proprio questi requisiti come potete verificare qui sotto:
Colpisce la semplicità e brevità delle disposizioni testamentarie di un patrimonio stimato in circa 5 miliardi di euro, costituito da immobili, società, opere d’arte ed altri beni mobili. Tre semplici paginette: una disposizione testamentaria iniziale e due integrazioni successive. Infatti, secondo la legge, il testamento posteriore, che non annulla in modo espresso i precedenti, integra le disposizioni in essi contenute e annulla solo quelle incompatibili con i precedenti. Nel caso di Berlusconi, la prima disposizione del 2 ottobre 2006 è integrata da una seconda del 5 ottobre 2020 e da una terza del 19 gennaio 2022.
Nella prima disposizione si dice: “Lascio la quota disponibile (ovvero quella di cui il testatore può disporre liberamente) in parti uguali a Marina e Piersilvio. Lascio tutto il resto in parti uguali ai miei cinque figli Marina, Piersilvio, Barbara, Eleonora e Luigi”. La disposizione di fatto fa sì che ai primi due figli vada una quota del patrimonio pari al 30% circa ciascuno (50% della quota disponibile che è pari ad 1/3, più il 20% della quota legittima) ed ai restanti tre figli una quota pari a poco più del 13%. In questo modo nessuno dei figli ha la maggioranza assoluta della Fininvest, la principale società del gruppo.
Nella prima integrazione, redatta con terminologia legale più imprecisa, lascia 100 milioni di euro al fratello Paolo. Nella seconda integrazione, scritta probabilmente in un momento emotivamente più complesso, dispone che i figli (cita solo i primi quattro dimenticando Luigi) corrispondano 100 milioni di euro a Paolo Berlusconi, 100 milioni alla compagna Marta Fascina e 30 milioni all’amico Marcello Dell’Utri. In verità, come ha sottolineato qualcuno, con una disposizione contestabile dai figli sulla base della premessa “Sto andando al San Raffaele. Se non dovessi tornare Vi prego di prendere atto di quanto segue …”, condizione che poi non si è verificata poiché Berlusconi si riprese dopo quel ricovero.
Quante imposte pagheranno i beneficiari dei lasciti e gli eredi di Berlusconi?
In Italia le imposte di successione sono fra le più basse d’Europa: i figli pagano a titolo di imposta di successione un’aliquota fiscale del 4% con una franchigia di 1.000.000 di euro per erede. Gli altri parenti, fino al quarto grado, il 6% con una franchigia di 100.000 euro (sarà il caso del fratello di Berlusconi, Paolo). Gli altri beneficiari l’8%(come nel caso della compagna dell’ex premier e dell’amico Marcello Dell’Utri). Per i beneficiari dei legati (Paolo Berlusconi, Marta Fascina e Marcello Dell’Utri) il calcolo è molto facile: basta applicare le aliquote di cui sopra e determinare i relativi importi che ammonteranno rispettivamente a 3.996.000, 8.000.000 e 2.400.000 di euro. Per il calcolo dell’imposta di successione dei figli, il calcolo è assai più complesso per due motivi: la necessità di valorizzare correttamente il patrimonio, ma anche una norma che consente a chi eredita un’impresa di azzerare a determinate condizioni l’imposta di successione. Infatti, l’eventuale applicabilità per le quote societarie della norma sul patto di famiglia, introdotta dal governo Prodi per agevolare il “passaggio generazionale”, consentirebbe l’esclusione dall’attivo ereditario delle aziende e delle partecipazioni sociali a favore dei discendenti, a condizione che i beneficiari proseguano l’attività di impresa o ne detengano il controllo per un periodo non inferiore a 5 anni dalla data del trasferimento.
Qualunque sia l’ammontare effettivamente pagato dagli eredi, sorprende la semplicità con cui è stato ripartito un patrimonio enorme. In realtà, l’assetto di questo patrimonio era ormai stato delineato da tempo: ai figli più grandi, che possono insieme superare il 50% delle quote proprietarie di Fininvest, il governo congiunto dell’azienda principale e agli altri figli una corposa minoranza societaria per incassare una lauta quota dei dividendi, che nell’ultimo anno ammontano al valore complessivo di 100 milioni di euro. La vicenda personale di Berlusconi conferma che un’attenta pianificazione patrimoniale può aiutare a ripartire al meglio il patrimonio personale ed a ridurre le imposte di successione, sfruttando strumenti semplici come il testamento olografo, ma a patto di pianificare per tempo la destinazione del proprio patrimonio per quando si verrà a mancare. In molti dovrebbero farlo, anche in caso di patrimoni notevolmente più contenuti.

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