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Negli ultimi due anni i titoli obbligazionari, siano essi titoli di Stato o di società private, hanno subito forti oscillazioni dei prezzi. Molti investitori hanno scoperto che anche le quotazioni delle obbligazioni sono soggette ad un andamento ciclico che dipende dalla congiuntura globale, dalle previsioni di inflazione, dalla solidità dei bilanci societari o dei conti pubblici. Poiché le attese di rendimento delle varie tipologie di obbligazioni variano a seconda delle prospettive di crescita economica, è opportuno cercare di capire quali tipologie si addicono meglio alle diverse fasi del ciclo.

 

Le fasi del ciclo economico

Innanzitutto, è bene chiarire quali sono le fasi del ciclo economico. Quest’ultimo è definito “ciclo” proprio perché l’economia attraversa delle fasi che tendono a ripetersi in maniera ciclica. Ciò che cambia nel tempo è il ritmo di crescita dell’attività economica, che è generalmente misurata dall’andamento del PIL. Infatti, solitamente l’economia tende a crescere lungo una linea di tendenza (detta linea di trend), ma nel breve termine oscilla intorno ad essa: le variazioni del PIL rispetto alla linea di trend individuano le varie fasi del ciclo economico (si veda il grafico sotto).

Gli economisti sono soliti individuare quattro fasi: la ripresa, caratterizzata dalla crescita del PIL dal punto di minimo; l’espansione, detta anche boom economico, nella quale la crescita dell’attività economica si prolunga oltre la curva di trend fino al punto di massimo; la recessione, caratterizzata dall’inversione del trend e dalla riduzione del prodotto interno lordo; la depressione che denota uno sprofondamento del Pil sotto la linea di tendenza fino al minimo.

 

Quali sono le principali tipologie di obbligazioni?

Le obbligazioni, che in sostanza sono prestiti che un soggetto economico contrae con il mercato, possono essere distinte in varie categorie in relazione alla tipologia di emittente (statale o privato), alla tipologia di tasso (fisso o variabile), alla durata (lunga o breve), alla solidità dell’emittente (investment grade o high yeld). Le obbligazioni a tasso fisso solitamente offrono un rendimento maggiore di quelle a tasso variabile con pari solidità dell’emittente in quanto il sottoscrittore si accolla il rischio che i tassi futuri possano variare in aumento, determinando una potenziale perdita di valore del titolo. Le obbligazioni a lungo termine generalmente offrono un rendimento maggiore di quelle a breve, dato il più duraturo vincolo contrattuale, ma in alcuni casi può accadere il contrario a causa delle aspettative di evoluzione dei tassi. Le obbligazioni societarie e quelle dei mercati emergenti offrono maggiore rendimento ai sottoscrittori a fronte di una minore solidità dell’emittente. Le diverse tipologie di titoli obbligazionari sono favorite in differenti fasi del ciclo economico e, dunque, andrebbero sovrappesate o sottopesate a seconda delle circostanze.

 

Quali tipologie di obbligazioni scegliere nelle diverse fasi del ciclo economico?

Nella fase iniziale di ripresa del ciclo economico le obbligazioni societarie, in particolar modo quelle high-yield (ovvero quelle caratterizzate da un livello di rischio e rendimento più elevato), e le obbligazioni dei mercati emergenti vengono favorite dagli investitori e tendono a performare meglio. Infatti, il miglioramento del clima economico generale riduce la percentuale di aziende che falliscono e ciò determina un apprezzamento di questa tipologia di obbligazioni. Nella fase di espansione il prevalere delle tensioni inflazionistiche tende a premiare principalmente le obbligazioni indicizzare all’inflazione e le obbligazioni societarie a tasso variabile, che hanno la caratteristica di adattare il tasso di interesse al crescere dei tassi di mercato, che solitamente aumentano in questa fase del ciclo economico. Nella successiva fase di recessione sono i titoli di Stato a breve scadenza dei paesi sviluppati a rappresentare la tipologia di obbligazioni favorita, poiché la maggiore solidità dei bilanci pubblici è preferita dagli investitori rispetto a quella più contenuta dei bilanci di società private. Nelle fasi di depressione sono i titoli di stato a tasso fisso a lunga scadenza, ed in misura secondaria le obbligazioni societarie più solide, a risultare favorite in quanto questa fase è caratterizzata da una riduzione dei tassi di interesse e da un picco di fallimenti fra le aziende meno solide e, dunque, è opportuno ridurre l’esposizione ai titoli high yield.

 


Considerazioni finali.

Prima di concludere, è di fondamentale importanza sottolineare che, sebbene lo schema riportato sia di facile interpretazione, non è altrettanto facile individuare la fase del ciclo economico nella quale ci si trova, in quanto spesso ciò è chiaro solo a posteriori. Dunque, gli investitori dovrebbero essere in grado di effettuare per tempo le scelte finanziarie corrette, prevedendo in quale fase del ciclo sta per entrare l’economia in quanto, come è noto, i mercati tendono ad anticipare e non a seguire gli andamenti dell’economia.  Infine, è d’obbligo sottolineare ancora una volta che, vista l’elevata incertezza delle previsioni economiche e di quelle finanziarie, è opportuno detenere sempre portafogli molto diversificati  (per emittente e tipologia) e coerenti con i propri obiettivi di investimento, limitandosi a sovrappesare o a sottopesare le singole tipologie di attività finanziarie rispetto all’allocazione media ritenuta ottimale nel lungo periodo. Infatti, come è stato detto, sebbene possa essere vero che i fatti sono sempre carichi di teoria, è altrettanto vero che essi spesso di ribellano all’astrazione teorica.