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Dopo l’iniziale forte ripresa dell’economia e dei mercati finanziari che ha seguito la rapida ed intensa recessione dovuta al diffondersi della pandemia da Covid-19, stiamo assistendo ad una fase del ciclo economico più complessa e di più difficile lettura. In questi giorni si sente sempre più spesso parlare di stagflazione, un termine associato alla bassa crescita e all’alta inflazione che è stato molto di moda durante la crisi petrolifera degli anni Settanta. Come è possibile individuare le fasi del ciclo economico ed operare le conseguenti scelte di investimento?
Innanzitutto, è utile ricordare che gli economisti tendono a dare grande importanza a due fattori nell’analisi dell’andamento dell’economia: il livello della crescita economica (misurata dall’andamento del Prodotto Interno Lordo ovvero del PIL) e l’andamento dell’inflazione (ovvero del livello medio dei prezzi di beni e servizi). Il PIL e l’inflazione tendono costantemente a variare nel corso del tempo. Si ha un periodo di crescita economica quando il PIL cresce ed uno di recessione quando lo stesso parametro diminuisce per un periodo relativamente lungo (convenzionalmente per almeno due trimestri consecutivi). Un periodo di crescita economica porta con sé un incremento dell’attività produttiva, dell’occupazione, dei redditi, delle entrate tributarie e più in generale del benessere economico. Oltre a monitorare il PIL, gli economisti sono particolarmente attenti anche all’inflazione. Infatti, poiché beni e servizi vengono generalmente scambiati in danaro, un livello dei prezzi che cresce molto rapidamente finisce per ridurre il potere di acquisto che ogni soggetto economico possiede grazie ai propri redditi, finendo di fatto per impoverirlo.
Sulla base di questi due parametri è possibile schematizzare quattro possibili situazioni macroeconomiche nelle quali una crescita economica alta o bassa si verifica in concomitanza di un’inflazione alta o bassa. La figura sotto può visivamente aiutare a semplificare la comprensione delle alternative possibili ed a tracciare il percorso che generalmente segue il ciclo economico, oltre ad individuare le tipologie di strumenti finanziari che vengono favoriti dalle varie fasi del ciclo.
Nelle fasi di ripresa l’attività economica accelera rapidamente, solitamente favorita dalle politiche monetarie espansive delle banche centrali, senza che si abbiano tensioni sui prezzi. In questa fase le azioni sono lo strumento finanziario da preferire, favorite dalla prospettiva di crescita degli utili aziendali. Man mano che la crescita economica si rafforza e si prolunga, si passa alla fase di surriscaldamento nella quale i prezzi tendono a salire e le materie prime sono fra le attività che maggiormente beneficiano di tale contesto. A questo punto, l’incremento dei prezzi, unito al rallentamento della crescita, può spingere l’economia verso una fase di stagflazione, caratterizzata dalla coesistenza di alta inflazione e rallentamento economico, nella quale è opportuno dare maggiore spazio ad attività difensive come la liquidità. Se il rallentamento della crescita porta, come spesso accade, anche ad una riduzione delle pressioni inflazionistiche, l’economia si sposta della fase della reflazione nella quale i prezzi smettono di crescere in concomitanza con la recessione economica: è questo il momento in cui conviene dare maggiore spazio alle obbligazioni a medio e lungo termine.
La forte crescita del livello dei prezzi a cui stiamo assistendo negli ultimi mesi ed il contestuale rallentamento del tasso di crescita economica ha spinto alcuni a temere che l’economia si stia dirigendo verso una fase di stagnazione, dopo una rapida ripresa ed il conseguente surriscaldamento dei prezzi. Di fatto, l’economia globale sta soffrendo di quello che si è soliti definire uno shock di offerta, aggravato dalla pandemia che nei mesi passati ha obbligato ad una rapida e duratura interruzione delle attività produttive. In questo momento, si sta assistendo ad una carenza di materie prime e di diverse tipologie di componenti dei prodotti finiti e ad un forte aumento dei costi di trasporto. In sostanza, da un lato abbiamo un forte incremento della domanda di beni e servizi legato alla rapida ripresa dell’attività economica dopo i lockdown e dall’altro un’offerta che stenta a star dietro alla domanda. Questa situazione sta spingendo verso l’alto i prezzi dei beni e servizi finiti e ciò rischia di accentuare il rallentamento dei tassi di crescita dell’economia dopo il rimbalzo iniziale.
Di fatto, la maggior parte degli esperti ritiene che, sebbene il processo di crescita dei prezzi dovrebbe proseguire più a lungo di quanto previsto inizialmente, esso è destinato a rallentare nel medio periodo, mentre la grande quantità di spesa pubblica legata ai piani di ripresa dovrebbe sostenere la crescita economica, trainata principalmente da quei settori verso i quali confluirà la maggior parte di tale spesa.
Prima di concludere, è di fondamentale importanza chiarire che, sebbene lo schema riportato sia di semplice interpretazione, non è facile individuare la fase del ciclo economico nella quale ci si trova, in quanto spesso ciò è chiaro solo a posteriori. Al contrario, gli investitori dovrebbero essere in grado di effettuare per tempo le scelte finanziarie corrette in quanto, come è noto, i mercati tendono ad anticipare e non a seguire gli andamenti dell’economia. Dunque, è bene detenere sempre portafogli molto diversificati e coerenti con i propri obiettivi, limitandosi a sovrappesare, rispetto all’allocazione media di lungo periodo, quelle attività che dovrebbero essere favorite nella fase del ciclo economico nella quale si ritiene di essere. Infatti, come amava ripetere in premio Nobel per l’Economia Paul Samuelson per ricordare quanto sia difficile interpretare l’andamento dell’economia attraverso la lente dei mercati, “Il mercato azionario ha previsto 9 delle ultime 5 recessioni!”

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